Film

IL RITORNO DI CASANOVA

Come il Cavaliere oscuro, anche il cavaliere di Saingalt ritorna. Solo che nello struggente libro di Schnitzler ( 1918 ) non si tratta di Batman , ma di Casanova. Che sì, ritorna a Venezia, ma non riesce a ritornare a se stesso. Perchè il tempo passa e, passando, impedisce al personaggio attuale di ricongiungersi con quello di prima e di sempre , teso a perpetuare le stesse gesta, soprattutto amorose, per affermare e confermare nella serialità le invariate ragioni del proprio successo e, in fondo, della propria ragione di esistere. Sì che la coscienza del decadimento , non soltanto fisico , non riesce a variare il percorso del cacciatore, che si troverà di fronte Marcolina, una preda giovanissima, filosofeggiante e non ingannabile ( ossia, secondo Casanova , “una non donna”) sino allo scacco finale, ribaltando in una sconfitta definitiva le abituali vittorie del sempiterno ingannatore.

Più di un secolo dopo, Gabriele Salvatores riprende il tema , affidandolo ad un regista maturo ormai divenuto maestro in ragione dei precedenti successi professionali e mondani. Perseguitato da un produttore sull’orlo di una crisi di nervi, ma supportato da un montatore amico, Tony Servillo sta girando svogliatamente con Fabrizio Bentivoglio proprio Il ritorno di Casanova, che deve essere presentato al festival cinematografico di Venezia. Mentre altri giovani autori , magari di un solo film , aspirano o – secondo lui – complottano per rubargli il titolo e, tra nevrastenie e inadeguatezze , colma forse per la prima volta vuoti di prospettive e tagliole di senso innamorandosi di un’altra giovanissima – quanto improbabile – contadina. La quale, fin troppo sapiente anche lei, viceversa ricambia le sue attenzioni, ma lo pone di fronte all’accettazione o meno di un figlio, disposta comunque a proseguire da sola.

Se Casanova non è stato in grado di affrontare il dolente autunno che Schnitzler gli parava innanzi come un agguato, Servillo, sconfitto a Venezia, saprà cogliere l’ultima occasione che gli si presenta, anche perché quella “non donna “ di Marcolina oggi è diventata non tanto un personaggio fantasma – come i due uomini – quanto una femminista cosciente di sé e del proprio ruolo .E il film si chiude un po’ monco così, interrompendo bruscamente tutto il gioco di contrappunti fra i due soggetti virili, quello storico – letterario e quello attuale.

Contrappunti evidenziati in modo spesso disinvolto, inventivo ed efficace non soltanto in tema di stati d’animo degli attori paralleli , ma anche e, soprattutto, nei contesti al contorno, dalle ambientazioni fisiche degli esterni e degli interni, alla cerchia più o meno insidiosa degli amici e dei conoscenti. E qui la regia riesce bene a compenetrare lo stacco fra quasi tre secoli e due mondi, sfruttando l’esplicito e l’implicito della narrazione di Casanova, racchiusa in un scenario ormai senza possibili confronti, e la modernità domotica della casa del regista . Casa che, guastandosi continuamente, sembra rispecchiare gli stessi disguidi intimi di un proprietario che sta perdendo il controllo di sé e del suo contesto più prossimo , tra affanni idraulici da prostata , prigionie da Bancomat e rigurgiti giovanili da innamorato in attesa di qualcosa che non sa maneggiare, quando l’esperienza di una vita non è in grado di sopperire alla radicalità dei cambiamenti anagrafici.

Malinconico con punte di umorismo, Salvatores annacqua Schnitzler senza snaturarlo, ma prendendolo a pretesto per un gioco che regge bene, pur costringendo Casanova ad un ulteriore sacrificio , trattandolo di sbieco e non si sa se riconoscendogli o meno un ruolo ispiratore per salvare Servillo da se stesso. Speriamo che la lacuna possa essere colmata da quegli spettatori che, non avendo letto il libro, si affretteranno a rinnovare un piacere di ben altro spessore e portata, con osservazioni molto più pregnanti e definitive sul sé che diventa altro da sé ; mentre qui, in fondo e in estrema sintesi, ci si accontenta con grazia e mestiere del cartiglio dell’aprirsi agli altri, se non a quello dell’omnia vincit amor.

IL RITORNO DI CASANOVA di Gabriele Salvatores, Italia 2023, durata 95 minuti

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