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BALENE BIANCHE

Si fatica a  trovare una foto di Richard Price che sia , se non lusinghiera , almeno non conturbante . Invece dappertutto si presenta come uno che ha subito l’impatto del camion esistenziale in piena faccia , e nemmeno cerca di riaversi . Nè di mascherare l’usurante  scalpello che giorno dopo giorno ha continuato a gonfiare le borse sotto gli occhi , incidere le rughe come tagli  senza esitazioni reticolari  , piegare la bocca all’ ecce homo di una maturità definitiva  che non ha più nulla  da aggiungere all’attonita durezza del vivere . E come lui sono tutti i suoi libri , mirabilmente diversi e tuttavia sempre uguali come polar di un mondo che eternamente si srotola per continuare a riavvolgersi su se stesso , ossessivamente solo suo e nel contempo condivisibile e magnetico come quei gorghi che non si possono guardare senza temere di caderci dentro  . Contrapponendo l’ambigua lotta  della polizia alla delinquenza comune , spesso priva di un qualunque  progetto che non sia il male qualsiasi  , Price dispone dell’arte singolare di parlare dei grandi temi classici sotto le mentite spoglie del romanzo di genere . E rende omaggio agli uni e all’altro in virtù di un talento alto e frainteso ,  o comunque non ancora  apprezzato appieno nella sua modernissima , singolare contaminazione fra  parole e immagini .

Basterebbe l’inizio per capire che cosa voglia dire maneggiare la penna come una telecamera che è anche un’arma . In pochi , stringatissimi fotogrammi , si trascorre dal protagonista in pattugliamento  , all’elenco di quegli eventi che sarebbero i peggiori se non fossero sempre uguali , al Bronx nero che li comprende tutti , per poi tornare al quarantaduenne dalla parte in ombra del crinale , in qualche modo già vecchio  perchè ” l’uomo non è stato creato per lavorare di notte “. Billy Graves è  appunto  condannato al turno serale per un’infrazione giovanile e teme l’alba che lo prolunga , spesso impedendogli di accompagnare i figli a scuola , prima di crollare nel suo inquieto dormiveglia diurno . Accanto a lui , un variegatissimo campionario umano via via ristretto ai pochi adepti di un sodalizio professionale e amichevole cementato dalle repliche e dalle interazioni   di disgrazie pubbliche  e di dolori  privati . Dalla  cui complicità scoprirà poi di essere escluso perchè ognuno degli altri persegue non soltanto la rotazione uniforme dei delinquenti , ma anche una morbosa vendetta nei confronti di un  singolo  assassino , che assume così i contorni di una personale balena bianca.. mentre una misteriosa serie di minacce accerchiano progressivamente  la sua famiglia .

In tempi dall’attenzione labile , e perciò attratta dalla mera concatenazione degli eventi , la trama assurge ad un’importanza così centrale da tornare ad attirare anche gli autori cosiddetti  letterari  ( e qui bisognerebbe sdottoreggiare un po’ sui romanzi dell’ottocento , spesso e non a caso a puntate ,  come sulle attuali serie televisive di razza  ) . Eppure è sempre più difficile trovare un plot non solo che intrighi , ma soprattutto che regga coerentemente sia la logica che la sorpresa . Price in questo senso è un maestro assoluto perchè sembra non curarsene affatto , rendendo indiziari  i singoli , riconoscibilissimi  atti banali della quotidianità come i colpi di scena che via via si inanellano senza collegamenti apparenti ( e cos ‘è  il vivere , se non  un avventurarsi  nel pericolo  malgrado ogni infausta avvisaglia , oppure  tentare di proteggersene ) ?  Ci si inoltra lungo una pavimentazione musiva sconnessa e frammentata , continuamente catturati dai dialoghi espliciti e dalle intenzioni implicite delle figure e dei fatti in movimento , mentre le psicologie lentamente si addensano , coagulandosi intorno alle contraddizioni umane del patimento , della colpa , del rimorso , della tenerezza , dell’affetto , dell’egoismo , della pietas , della ferocia , degli incertissimi confini fra giusto e ingiusto , lecito e illecito . . Fino a svelare compiutamente , e solo alla fine , il sontuoso disegno complessivo che si è agevolmente percorso , quasi fosse un dettaglio naturale e non l’elemento portante dell’intera opera .

Intanto i colori si sono tutti dispiegati lungo una gamma resa ancor più vivida dal buio ,  e le parole assumono l’essenzialità inamovibile delle tessere , mentre i tagli temporali hanno la precisione di un montaggio millimetrico , atto ad enfatizzare ogni singolare invenzione prospettica di un progetto più corale rispetto al marcato dualismo frontale di  Clockers  . A racconto terminato , la pellicola si riavvolge  , ma le luci non si riaccendono : l’inquietudine dello sfondo rimane nella memoria  e la Letteratura aggiunge sui propri scaffali un’altra opera degna di essere consumata sia come un grande intrattenimento sia come una metafora amorosa e dolente del morire e del continuare a vivere sopra una terra che inghiotte e  sotto un cielo che latita .

6

Il libro

BALENE BIANCHE di Richard Price , Neri Pozza 2016 , 399 pagine , 18 euro

L’autore

Richard Price – Bronx – New York , 1949 – dopo la laurea alla Cornell University e un master alla Columbia , pubblica a 24 anni il suo primo romanzo Gioco violento . Successivamente , la scrittura adattata per il cinema del suo secondo romanzo – Bloodbrothers – lo introduce al mondo della sceneggiatura . Seguono una ventina di altri copioni fra cui , nel 1984 , Il colore dei soldi di Martin Scorsese , nominato agli Oscar . Nel 1992 , con The clockers , coglie il suo primo successo internazionale . Spike Lee ne trae un film discutibile e discusso dallo stesso autore . Nel 2007 riceve l’Edgar Allan Poe Awards e il Writers Guild of America per la serie televisiva The Wire . Nel 2008 pubblica La vita facile .

La citazione

” Chiunque abbia letto i giornali dopo la morte di un giovane uomo sa che c’è sempre qualcuno che dice : ” Stava quasi iniziando a costruirsi un futuro , stava quasi per tornare a scuola , per prendere il diploma , per trovare un vero lavoro …un’infinità di “quasi” , veri o falsi che fossero , perchè sono morti giovani e “quasi” era tutto ciò che avevano …Volete che vi dica che ragazzo fantastico fosse ? Quanto fosse puro  il suo cuore ? Quanto amasse la vita , la gente , le sfide ecceteraeccetera ? Per chi volesse sentire tutte queste belle parole , consideratele già dette . La realtà è che stava quasi per essere , e ora non è più . “

” Abbiamo visto di tutto , ci è capitato di tutto , e quando a morire era una giovane vittima , siamo saliti per le scale , abbiamo bussato alle porte e comunicato la notizia ad un esercito di genitori . Li abbiamo afferrati al volo prima che crollassero svenuti , li abbiamo accompagnati in camera da letto o in salotto , poi siamo andati in cucina e gli abbiamo portato dell’acqua – un oceano di acqua , bicchiere dopo bicchiere , anno dopo anno . Ecco perchè , dopo tutto quello che abbiamo visto , crediamo di capire come si senta uno di quei genitori . Ma non è così . Non lo capiamo . Io , ancora non lo capisco . Ma ci sono vicino  “.

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Marinella Doriguzzi Bozzo

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