Libri

UNO MOLTI NESSUNO

Si dice che , alla Fiera del libro di Londra dell’anno scorso , la Marsilio abbia ingaggiato una furibonda lotta per aggiudicarsi i diritti di questo titolo . Se ne valesse la pena , lo giudicherà il botteghino . Per quanto ci riguarda , non solo non nutriamo preferenze sui generi , ma nemmeno facciamo distinzioni fra letteratura alta o tracagnotta ; anzi , ogni tanto un bel giallo è doveroso : non solo intrattiene , ma magari ci insegna qualche cosa su come si confeziona una trama accattivante . Questo titolo , nella fattispecie , ha alcuni pregi sotto forma di negazione : non è seriale perchè tutti i personaggi non hanno precedenti e si presume che non possano tornare , soprattutto quelli morti ammazzati ; non è un’indagine classica , perchè la polizia è sì una minaccia onnipresente , ma svolge la funzione defilata di un corollario ; non cerca di montare il plot sbattendo ansiosamente sul fuoco un precario zabaglione di dettagli seduttivi ; non avverte l’obbligo dei continui e spesso incongrui colpi di scena per aumentare la suspense ; non forza quindi conti che hanno difficoltà a tornare , con l’inevitabile delusione della obbligatoria soluzione  finale . Si avvale invece di una scrittura piana , che ogni tanto ha delle piccole , piacevoli extrasistole espressive , e dai suoi margini esala quel  sentore di buone letture che non tende a compiacere il vizio   per l’adrenalina di atmosfere e scene già collaudate ; infine non bara al gioco , facendo propria la riflessione sulle regole così ben descritte nei preziosi saggi di Thomas Narcejac  ( Il romanzo poliziesco,Estetica del romanzo poliziesco ) . Disquisisce invece sulla natura umana impastata di bene e di male , di vero e di falso e anche , sotto sotto , dei rapporti fra vita e romanzo , mettendo in gioco una propria formula  originale , che sembra ispirarsi a Patricia Highsmith senza tuttavia consentire di ascriverlo con certezza al thriller di matrice psicologica .

Il protagonista si chiama Henry Hayden , è insediato giovanilmente nella  mezza età e dispone di una moglie notturna che scrive romanzi di straordinario successo .Vive in una lussuosa villa fra boschi che pendono a strapiombo sul mare , accompagnati da quelle litoranee americane che Hollywood  percorreva negli anni cinquanta , il tettuccio aperto e i capelli scompigliati nella luce del vento . Frequenta un unico amico slavo che vende pesce , ama fisicamente un’amante più giovane ( partorita da Hammett o da Chandler ) che fa l’editor presso la sua stessa casa editrice . E’ ricco e famoso non in quanto marito dell’autrice , bensì in quanto autore perchè la moglie è schiva e lascia a lui la gloria e gli oneri della firma , secondo un patto condiviso e mantenuto gelosamente segreto , a cimentare il loro rodatissimo e simbiotico sodalizio . Amministra con saggezza la sua popolarità grazie ad un talento innato nel barcamenarsi in quanto , aduso ai lavori manuali , non saprebbe scrivere un solo rigo . Adora la bellezza , è generoso con i  soldi ed è abituato ad omettere , a mimetizzare e a mentire con l’istinto allenato e l’intelligenza calcolatrice di chi ha un passato denso di ombre e fitto di pagine bianche . L’opportunistica fame di sopravvivenza è la sua prima natura , supportata da una lucida anaffettività che gli consente quasi sempre di raggiungere i suoi scopi , conscio di perseguire il male ma concettualmente sensibile al discrimine del bene . Insomma , la sua personalità è di fatto il perno dell’unità di luogo e di azione del libro , mentre per il tempo l’autore si concede più di una incursione nel suo passato , senza però cadere nella consueta debolezza di affondarvi le origini dei misteri del presente .

Sascha Arango è uno dei più noti e premiati sceneggiatori tedeschi , e il mestiere in questo romanzo si sente , perchè la vicenda non solo è calibrata in tutti i suoi risvolti , ma sembra concepita per assecondare e al tempo stesso ribaltare i luoghi comuni della fiction . Anche se si comprende tutto quello che c’è da capire , i dettagli e la visione d’insieme  risultano di volta in volta enigmatici in funzione della natura del protagonista . Che viola consapevolmente ogni codice etico sostituendo la verità con la verosimiglianza , non diversamente da uno scrittore che tenga al realismo dei suoi effetti . Con questa ibridazione continua del  vero e del falso , secondo una contraffazione sempre prossima al vero , il personaggio finisce per agire come se scrivesse il suo proprio vivere , ritornando ad essere involontariamente quell’autore che tutti gli altri credono che sia . Attore e nel contempo artefice di se stesso , Henry Hayden si muove in un acquario di finzioni e di scelte irreversibili che tuttavia spiazzano continuamente il lettore sia grazie alla perfetta regia degli omissis ( di cui solo in seguito si apprezzerà la puntualità dei risvolti ) , sia in funzione del fatto che opera programmando e poi smentendo i suoi stessi programmi , a partire dal colpo di scena che scatena la trama , incrociando il libero arbitrio con la fatalità del caso . Vero elemento di abile novità , che consente alle pagine di sgranarsi tornante dopo tornante , senza che nessuna occulta regia ricorra alla psicopatologia o agli sdoppiamenti di personalità , perchè questo è il romanzo di un professionista anche snob , che sa tutto sull’intrattenimento e perciò sdegna le strade già percorse , anche se talvolta si rimpiange che la competenza tecnica non venga un po’ scompigliata  da un respiro  meno teutonico . Consigliabile a tutti , tranne agli ammiratori appassionati di Joel Dicker e di Donato Carrisi .

5

Il libro

LA VERITA’ ED ALTRE BUGIE di Sascha Arango , Marsilio 2015 , 284 pagine ,17 euro

L’autore

Sascha Arango – Berlino , 1959 – è tra i più noti ed apprezzati sceneggiatori tedeschi , premiato parecchie volte con il prestigioso Grimme – Preis . Questo è il suo romanzo d’esordio , a cui si sono interessati gli editori di mezzo mondo e , da ultima , anche Hollywood .

La citazione

“Un omicida deve esser vigile . Il suo nemico è il particolare . La parola avventata , la minuzia che si dimentica , l’errore banale fa crollare tutto . Deve mantenere vivo il ricordo del proprio gesto e rinnovarlo dentro di sè ogni giorno , mantenendo nel contempo il silenzio . Tacere è però contrario alla natura umana . Custodire un segreto non è facile . Mantenere il silenzio per tutta la vita un tormento . Da questo punto di vista , un omicida si condanna da solo il giorno in cui commette il proprio delitto”.

Le connessioni arbitrarie  ( e virtuose)

Un uomo da niente di Jim  Thompson ; Il talento di Mr.Ripley di Patricia Highsmith

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Marinella Doriguzzi Bozzo

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