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IL MONDO SFOLGORANTE

Siri Hustvedt è una scrittrice  affascinante che riesce sempre a declinare una onnivora – e rielaborata – cultura filosofica , letteraria , scientifica e artistica nelle forme accattivanti di romanzi che sono contemporaneamente intrighi esistenziali e interconnessioni saggistiche . E’ anche la seconda moglie di Paul Auster ma , a giudicare dalle ultime produzioni di entrambi , si potrebbe magari dire che oggi sia viceversa Paul Auster ad essere suo marito . Lasceremmo volentieri questa diatriba sui principi consorti e sul chi è chi  alle esegesi di Selvaggia Lucarelli , se la riflessione legata ai ruoli sociali e di genere non fosse anche parte intrinseca del racconto . Che si apre quasi manzonianamente su un’inchiesta di fantasia spacciata per vera , in cui Siri assume l’identità di certa I.V.Hess per indagare sulla personalità umana ed artistica della defunta Harriet Burden , detta Harry . Il prologo , di una lucidità cartesiana , traccia da subito le coordinate del libro , dove  la gigantesca protagonista – moglie e poi vedova di un carismatico quanto elusivo mercante d’arte nonchè  madre di due figli – comprende di non potersi affermare creativamente in quanto esclusivamente donna . Decide quindi di dare vita ad una lunga , sofisticata mistificazione : affidare le sue opere originali a dei prestanome maschi – due sconosciuti , il terzo già affermato – cui vengono dedicate con successo altrettante mostre personali di notevole impatto economico e mondano . La testimonianza sul presunto esperimento è però fornita da un fantomatico critico  che potrebbe essere a sua volta una delle tante personae incarnate dalla proteiforme Harry .. La ricerca della verità assume quindi  i contorni di un inusitato thriller intellettuale , lungo i differenti indizi forniti dai familiari , dagli amici , dai critici , da un solo  performer superstite ,  dai taccuini segreti dell’artista  e dai residui cascami del suo immane laboratorio .

Rabelaisiana o baudleriana nelle forme , eccentricamente elegante e corporalmente materna , Harry invade ossessivamente ogni margine del libro frantumando la sua fisicità e le indomite contraddizioni dell’ anima in un ambiguo gioco di specchi , che a loro volta rifrangono le suggestioni di una simulazione di continui travestimenti , in cui la prima , la seconda e la terza persona delle  confessioni autografe  si scontrano e si accavallano intorno ad una delle tante massime di Oscar Wilde : “L’uomo è meno se stesso quando parla direttamente di sè : dategli una maschera , e vi dirà la verità”. Vittima inesausta e sulfurea provocatrice , Harry deborda  e avvolge nei cerchi concentrici delle sue spire tutti gli altri testimoni , sicchè le continue connessioni e disconnessioni tra la sua figura e  quelle  del suo entourage  costruiscono a loro volta un labirinto di rimandi e di echi di inevitabile plagio . Ma sarebbe sbagliato pensare ad una sorta di impressionismo ludico che oggi connota tanta letteratura anche non commerciale , pur di inchiodare l’attenzione labile di lettori sempre meno pazienti . L’autrice è invece felicemente risolta perchè riesce ad esprimere il suo sapere e la sua immaginazione secondo modalità scrittorie e strutturali di esemplare nitore  , senza che nulla venga artificiosamente costretto nel bondage manualistico dell’invenzione scenica forzatamente scaltra . La sua umanità è autentica e connota tutto l’affresco di una pietas esistenziale che in qualche modo fa giustizia dei salotti legati al manierismo degli eventi , mentre il lettore scopre insieme ai personaggi fatti e tratti caratteriologici  ignoti agli stessi protagonisti .E siccome ognuno trascorre la vita in un pelago di false autonarrazioni e di fraintendimenti altrui , nessuno si ritroverà  negli stessi panni dell’inizio , concludendosi il finale  intorno ad un decesso di grande dignità corale , speculare contrappunto moderno alla solitudine religiosa de La morte di Ivan Ill’ic .

Centrato sul paradosso di un eccesso di informazioni tradizionali e tecnologiche che la modernità mitraglia a vanvera , spesso senza riuscire a catturare neanche l’essenza di un sospiro , Il mondo sfolgorante  è    una riflessione sia satirica sia  seria  sul mondo dell’arte , inteso come mercato snobistico e predatorio  (“per vendere arte , bisogna creare desiderio e il desiderio non può essere soddisfatto , perchè a quel punto non è più desiderio . Quello che si vuole davvero , deve sempre mancare . I mercanti d’arte devono essere maghi della fame” ) ma anche come scarto o scambio misterioso tra l’identità dell’artista e l’identità dell’opera . Indaga ,  attraverso Kierkegard , Husserl , William James , Guy Debord e tanti altri  intellettuali e scienziati , sui  complessi meccanismi della percezione umana e sul  modo in cui le idee inconsce riguardo a genere, razza e notorietà si sostituiscano agli occhi e influiscano sulla ricezione  dei contesti in generale ,  e  delle opere  in particolare . Mette in scena , in questo senso  , tutti gli equivoci possibili tra creazione , persona , personaggio , maschera , fruitori , per poi alzare il tiro dall’arte all’esistenza , rastremandosi intorno alle innumerevoli gamme tonali dell’amore come della perdita . La storia vera della settecentesca duchessa di Newcastle  – primo alter ego ispiratore di Harry – si mescola con quella contemporanea della scrittrice di fantascienza Alice Bradley Sheldon , donna di successo solo in  quanto uomo con lo pseudonimo di James Tiptree . Intanto Artemisia Gentileschi si sacrifica al padre Orazio , Judith Leyster a Franz Hals , Camille Claudel ad Auguste Rodin ,  Dora Maar  a Pablo Picasso e la protagonista di fantasia prima al padre , poi al marito e ai figli , infine a se stessa e alla sua arte , con il pervicace desiderio di esistere  almeno dopo la  morte . Le note dotte alla fine di ogni testimonianza e le frequenti citazioni da ogni più disparata disciplina non appesantiscono il contesto , ma rendono più vero  il verosimile , mentre il lettore   si addentra fisicamente nelle vertiginose creazioni di Harry , così vivide e interessanti da costituire un’esperienza e un godimento specifico all’interno di quello complessivo . La trama , i personaggi , le riflessioni di un pensiero forte si compenetrano in una impressione letteraria indelebile , suscettibile di varie rivisitazioni nel tempo , secondo un femminismo che illumina il sociale senza mortificare il maschile..e si potrebbe continuare , perchè questo è un prezioso libro di sangue, di lacrime , di tenerezze e  di pensieri  come di  inalienabili speranze .

6

II libro

IL MONDO SFOLGORANTE  di Siri Hustvedt , Einaudi 2015 , 388 pagine , 21 euro

L’autore

Siri Hustvedt – Northfield , 1955 – è un’americana di origine svedese . Diplomata in letteratura inglese alla Columbia University è anche poetessa e saggista , con particolare riferimento alle interrelazioni fra filosofia , letteratura , psicologia , arte e neuroscienze  – Vivere , pensare , guardare , 2013 . Conosce il successo internazionale come romanziera grazie al suo primo libro Gli occhi bendati  – 1992 – cui si aggiunge nel 2003 Tutto quello che ho amato  , intimamente legato a quest’ultimo a partire dall’autoritratto  di una donna nuda che viceversa è stato dipinto da un uomo . Dal 1982 è la seconda moglie di Paul Auster , cui ha dato la figlia Sophie.

La citazione

“La sottoscritta , Harriet Burden , confessa con la presente che le sue varie fantasie sono state stimolate da :

1. un generico desiderio di vendetta contro stupidi , ignoranti e palloni gonfiati

2. un continuo , lancinante isolamento intellettuale che si è trasformato in solitudine perchè ho vagato in troppi libri di cui non potevo parlare con nessuno .

3 . una sensazione crescente di essere sempre stata incompresa e un disperato desiderio di essere vista , vista davvero , anche se nulla di ciò che facevo cambiava le cose .”

Le connessioni arbitrarie ( e virtuose )

 Tutto quello che ho amato , della stessa autrice ; Frankenstein di Mary Shelley ; La foresta della notte  di Djuna Barnes ;Il capolavoro sconosciuto di Honoré de Balzac

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